3 ottobre 2019, Milano – Quale bambino non si è mai divertito giocando in sella ad una bicicletta? Ritrovare lo stesso divertimento e la stessa spensieratezza in età adulta, nel mondo del ciclismo amatoriale, è sicuramente il miglior viatico per restare in salute ed avere una valvola di sfogo dallo stress quotidiano della vita lavorativa, specialmente se affrontata in una metropoli come Milano. Se poi un sano spirito di competizione e l’adrenalina della gara aggiungono un po’ di sale al tutto, l’emozione è assicurata: ecco l’esperienza di Valentina Zuco nel Team De Rosa Santini!
Ciao Valentina, da quanti anni vai in bicicletta? Come è nata questa tua passione?
Ciao a tutti! Diciamo che fin da piccolina ho avuto la passione della bici: mia mamma mi portava ai giardini vicino a casa dopo la scuola e pedalavo fino allo sfinimento sulla mia mitica “Saltafoss” fino all’ora di cena. Passione purtroppo che, dopo l’infanzia, non ero più riuscita a coltivare a Milano. Pedalavo ogni tanto in montagna, d’estate, sui “rampichini” ma nulla di organizzato, lo facevo solo per il gusto di muovermi e di fare sport stando all’aria aperta. L’avvicinamento alla bici da corsa è avvenuto nel 2013 tramite il mio ex fidanzato: la prima volta che ho pedalato su una bici da corsa ho provato le stesse emozioni di quando ero bambina.
Quali altri sport pratichi o hai praticato?
Sono sempre stata molto sportiva e ho praticato molte attività. Per molti anni mi sono dedicata all’arrampicata sportiva, che mi ha permesso di girare il mondo, allo sci, allo snowboard e allo sci d’alpinismo. Mi piace anche il fitness, perché la palestra in città è un’ottima soluzione per allenarsi e mantenersi in forma, e ho fatto di questa passione anche un lavoro.
Che lavoro fai?
Sono biologa, ricercatrice all’Istituto dei Tumori di Milano. Amo molto il mio lavoro, sebbene sia impegnativo, perché essendo di avanguardia consente un’evoluzione continua delle mie conoscenze e il contatto diretto con gli staff medici è sempre stimolante. Le mie esperienze in ambito professionale mi portano anche ad apprezzare la bellezza della vita e a riconoscere la fortuna che abbiamo ad essere in salute, cosa spesso sottovalutata. Sono anche istruttrice fitness e, due volte la settimana, alla sera, insegno in una palestra.
Che cosa vuol dire per te la bicicletta oggi?
Oggi è uno sfogo dallo stress lavorativo, è un modo per mantenermi in forma e concedermi qualche peccato a tavola e un divertimento… anche se il frangente in cui rientri a casa dal lavoro e devi subito uscire per allenarti, magari perché restano sole poche ore di luce, è tutt’altro che divertente! Però poi dopo si è contenti!
Recentemente hai conquistato la medaglia di bronzo nei campionati mondiali di granfondo UCI in Polonia: spiegaci cosa ha significato per te e il percorso che hai affrontato per ottenere questo risultato.
E’ stato un podio inaspettato, anche se mi sono impegnata molto per preparare questo evento. Quando ho tagliato il traguardo e ho visto che avevo solo due atlete della mia categoria davanti a me non ci potevo credere, ho aspettato la classifica ufficiale perché mi sembrava impossibile.
La soddisfazione per il mio risultato è stata però subito sostituita dalla preoccupazione per lo stato di salute di Olga, la mia compagna di squadra coinvolta in una rovinosa caduta, per fortuna però senza gravi conseguenze. Ci tenevo molto a partecipare al mondiale in Polonia perché si addiceva alle mie caratteristiche, o meglio, uguagliava il tipo di percorso che riesco ad affrontare durante i miei allenamenti settimanali: piatto! L’obiettivo della prova iridata è quello che mi ha spronato ad allenarmi anche quando ero stanca dal mio duplice impegno lavorativo.
Hai poi ottenuto il secondo posto nella Deejay100, praticamente “la gara di casa” nella “tua” Milano: raccontaci le tue emozioni di quella giornata.
La Deejay100 è, per me, la gara di casa perché disegnata sulle strade dove ho iniziato a pedalare, e sulle quali mi alleno tutt’ora, e perché molti dei partecipanti sono anche miei compagni di allenamento. E’ una competizione molto adrenalinica e veloce, proprio come piace a me. E’ l’unica granfondo in provincia di Milano ed è stata molto sentita da tutti i ciclisti della zona, anche per il motivo che il percorso da alte andature e nervoso ricorda molto le dinamiche delle prove a circuito, che nella nostra area vanno per la maggiore, o degli allenamenti collettivi, svolti a ritmo sostenuto. Il passo in effetti è stato molto elevato e, a circa metà percorso, avevamo una media oraria di 44km/h, nonostante le strade bagnate e le numerose rotatorie. Non sono rimasta completamente soddisfatta del mio secondo posto, avrei voluto fare di meglio, però questo piazzamento resta un bello stimolo per migliorarsi nel 2020! E’ stato bellissimo comunque abbracciare al traguardo i miei genitori, che abitano poco distanti dal traguardo.
Da quanto fai parte del Team De Rosa Santini?
Faccio parte del Team De Rosa Santini dal 2019
Che materiale tecnico hai preferito per la tua stagione sportiva?
Ho acquistato una Protos De Rosa nell’estate del 2018 e mi sono trovata da subito benissimo. Bella scattante, in curva tiene perfettamente la traiettoria e mi dà sicurezza. Ho apprezzato l’abbigliamento di Santini Maglificio Sportivo e in particolare il fondello da donna GILevo, veramente molto comodo. Il casco Protone di Kask è molto confortevole ed ha un’ottima calzata. Al di là dei prodotti ringrazio Francesco, lo “Sgagnamanuber” di Milano, che mi ha aiutato a risolvere rapidamente alcuni problemi di manutenzione anche quando avevo poco tempo e urgenza di risolvere.