30 novembre 2016, Milano – Cuore, grinta, passione: gli ingredienti indispensabili per decidere di affrontare una gara a tappe di una settimana, che non ha nulla da invidiare alla settimana decisiva di un Giro d’Italia o di un Tour de France. La Haute Route Pirenei edizione 2016 presentava infatti un percorso di 800 km e 20.000 m di dislivello, distribuito su sette tappe.
Cuore, grinta e passione non sono mancate a Giuseppe Marseglia, tesserato con il Team De Rosa Santini fin dalla sua fondazione, che ha deciso di presentarsi al via di questa gara davvero massacrante. «A inizio 2016 – racconta Giuseppe – non sapevo neanche dell’esistenza della Haute Route. Era un po’ di tempo che pensavo di partecipare ad una gara a tappe e quando, a febbraio, durante un training camp a Gran Canaria, un amico mi ha invitato a partecipare, mi sono lasciato coinvolgere dal fascino di questa avventura e ho deciso che non potevo mancare. Da solo probabilmente non avrei mai avuto il coraggio di farlo».
Lo stimolo e la presenza di persone amiche sono una costante dell’esperienza ciclistica di Giuseppe. Alcuni amici infatti lo hanno convinto a provare la bici da strada, quando utilizzava la MTB solo per fare delle escursioni domenicali, fino a portarlo a partecipare alle granfondo (la sua prima esperienza nel 2010 alla Granfondo Città di La Spezia). E ancora, un compagno delle lezioni di spinning, lo ha portato nel 2012 all’interno del gruppo che ora costituisce lo zoccolo duro del Team De Rosa Santini. «E’ proprio lo spirito di gruppo che la caratterizza – dice Giuseppe – quello che apprezzo di più di questa squadra, la possibilità di vivere le granfondo con altre persone tranquille, che hanno la mia stessa passione, che si stimolano vicendevolmente per dare il loro meglio in gara e si divertono nei momenti di contorno».
Tourmalet, Aubisque, Peyresourde, Soulor, Marie Blanque, Spandelles sono tutti nomi che sono entrati nella storia del ciclismo e che, con l’avvicinarsi della partenza, hanno cominciato a preoccupare Giuseppe: «Quando mi sono iscritto, mi sono lasciato trasportare dal fascino di poter fare una gara a tappe e di poter pedalare in posti mai visti prima, ma non avevo analizzato bene tutte le difficoltà cui dovevo andare incontro, dai percorsi alla logistica. Quando ho guardato le altimetrie delle varie tappe, ho cominciato ad avere il timore di aver fatto il passo più lungo della gamba e che mai sarei riuscito a portare a termine questa impresa, anche perché non sono uno cui piace trascinarsi al traguardo, per cui interpreto le gare con spirito battagliero nei limiti delle mie possibilità. Il mio amico, che tra l’altro è un ottimo preparatore atletico per il ciclismo, mi ha davvero aiutato, sia spiegandomi il percorso, visto che aveva già partecipato nel 2015, sia con i preziosi consigli su come affrontare l’impegnativa settimana, sia rendendosi disponibile ad aiutarmi nell’organizzare la trasferta in tutti i minimi particolari. E mi ha anche dato un obiettivo, dicendomi che secondo lui ero in grado di concludere la settimana nelle prime 50 posizioni della classifica generale. Insomma uno stimolo in più, se ancora ce ne fosse stato bisogno».
Arriva così il 20 agosto 2016 e per Giuseppe è il momento di partire. La cosa che colpisce immediatamente il nostro atleta è che le prime due tappe si svolgano come se fossero una gara di un giorno, una tipica granfondo di montagna, non l’inizio di una gara di sette giorni. Il ritmo è davvero forsennato. «Era evidente che il livello di preparazione degli iscritti fosse molto elevato, nessuno aveva improvvisato la sua partecipazione, ma certi ritmi mi hanno spaventato». Sapendo di non poter correre dietro a tutti, la sua tattica è molto chiara: gestirsi al meglio, evitare fuori giri e puntare ad avere una costanza di rendimento lungo tutto l’arco della settimana, anche aiutato dall’utilizzo del misuratore di potenza SRM montato sulla sua bici. Giuseppe conclude al 65° posto la prima tappa con arrivo in salita a Le Pierre St. Martin e al 26° posto la seconda tappa che si conclude ad Argeles-Gazost. E’ un bel crescendo, che lo porta al 36° posto della classifica generale. Questo però non fuga ancora i suoi timori.
La terza tappa è una cronoscalata. Erano anni che Giuseppe non partecipava ad una gara di quel tipo e mai aveva affrontato una cronometro su una salita così lunga, i 16 km del Col de Couraduque: «Mi chiedevo se avrei pagato nelle tappe successive il fare a tutta quella salita e cosa mi sarebbe costato invece in termini di tempo in classifica generale, gestire la salita come quelle delle tappe precedenti». E’ un po’ la chiave di volta della sua gara, riesce ad amministrarsi bene lungo la salita e conclude al 35° posto, scalando altre due posizioni nella classifica generale: la speranza di arrivare fino in fondo e con un buon piazzamento comincia a farsi largo.
La quarta tappa è un po’ più facile delle precedenti, ma presenta la scalata al mitico Colle del Tourmalet. Giuseppe rimane affascinato da questo colle, «uno dei posti più belli in cui ho avuto la possibilità di pedalare», continua a gestirsi al meglio e conclude 39°, scalando altre posizioni in classifica generale, posizionandosi in 30ma posizione.
La quinta tappa è la più dura. L’arrivo a Cap de Long non perdona, ma ripaga i partecipanti con uno scenario davvero incantevole. «L’immagine della diga e del lago di Cap de Long è quella che mi rimarrà più impressa della mia partecipazione alla Haute Route. Mi ha ripagato della immensa fatica fatta». Giuseppe rimane forse un po’ penalizzato dalla neutralizzazione di una delle discese della tappa e comincia ad accusare un po’ la fatica, concludendo al 56° posto. Perde così 6 posizioni in classifica generale.
Le ultime due tappe sono un po’ in fase calante per Giuseppe, che si gestisce con tanta grinta e molta testa, e così l’arrivo di Tolosa lo vede concludere la sua prova al 42° posto della classifica generale in 27h11’.
«E’ stata un’esperienza fantastica, che consiglio a tutti coloro che hanno come me questa grande passione. Non è una gara che si può improvvisare, ma se ci si prepara adeguatamente si può vivere davvero una settimana di grande divertimento. L’organizzazione è impeccabile, le strade sono presidiate perfettamente, la logistica delle partenze e degli arrivi non lascia nulla al caso. I luoghi attraversati sono incantevoli. Io mi sono già iscritto per il 2017, sono rimasto davvero folgorato. Sono felice di essere riuscito a concludere l’edizione 2016 con la forza delle mie gambe, grazie alla grinta che ci ho messo e nel 2017 vorrei replicare, se non fare ancora meglio».
Bravissimo Giuseppe, il tuo cuore, la tua grinta e la tua passione sono stati premiati.