12 marzo 2019, Milano – Lo sport è passione e spesso, la stesso spirito passionale, vive inalterato in diverse discipline. Ecco la storia sportiva di Alessandro Ratti, ingegnere trentacinquenne della provincia di Milano, tra i fedelissimi del Team De Rosa Santini, che divide il suo “cuore” sportivo tra sci alpino e ciclismo.
Ciao Alessandro, raccontaci di te: dove vivi e che lavoro fai? Da quanti anni vai in bici? D quanti anni fai parte del team?
Ciao, vivo a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Lavoro a Milano come ingegnere ambientale nel campo delle energie rinnovabili e mi occupo dello sviluppo di progetti di impianti eolici in Italia. La mia prima pedalata su una bici da corsa risale all’anno 2001 anche se in bicicletta ci sono sempre andato fin da bambino cavalcando per lo più delle mountain bike. Faccio parte della squadra fin dalla sua nascita del 2015, ma già dal 2010 correvo per il gruppo che poi sarebbe diventato il Team De Rosa Santini attuale.
Sappiamo che, oltre al ciclismo, anche lo sci è una tua grande passione: raccontaci come sono nate e come ti hanno accompagnato in questi anni!
Pratico sci da discesa da quando avevo 6 anni, una passione che mi ha trasmesso mio papà. Da bambino sognavo di diventare uno sciatore a livello agonistico e poi continuare la carriera come maestro di sci. Vivendo però in città risultava difficile realizzare questo sogno e avendo sempre perseguito la strada dello studio, non mi sono mai cimentato in un percorso agonistico all’interno di uno sci club, lasciando quindi questa mia passione alla classica sciata domenicale o alla settimana bianca con mio papà. Poi finita l’università, all’alba dei 25 anni, ho conosciuto un gruppo di amici che mi hanno introdotto al mondo agonistico dello sci e così ho iniziato a frequentare il circo bianco più da vicino, arrivando ad oggi ad aver partecipato ad oltre 100 gare tra slalom gigante, speciale e supergigante. Diciamo quindi che una parte di questo sogno l’ho realizzata… per diventare maestro di sci invece c’è ancora tempo.
La mia passione per il ciclismo è nata invece grazie a mio nonno, che nel 1951 era giudice di gara al Giro d’Italia, con il quale guardavo sempre in televisione le tappe del “Giro” quando ero bambino. Inoltre mi mostrava sempre tutti gli album di foto dei grandi campioni degli anni ’50, che custodiva gelosamente. E’ grazie a lui mi sono avvicinato a questo splendido sport.
Come si sono integrati sci e ciclismo nella tua esperienza sportiva?
Non è facile integrare due sport piuttosto diversi come sci alpino e ciclismo, almeno esclusa la pista. Lo sci, infatti, è uno sport che necessita uno sforzo molto breve ed esplosivo, dove il peso e la massa muscolare fanno la differenza (soprattutto se ce n’è di più) mentre il ciclismo, ad eccezione di alcune discipline, è più uno sport di resistenza, dove fisicità più leggere ed esili fanno la differenza. Poi, ovviamente, come in tutti gli sport, lo sci ha bisogno di tanti allenamenti per affinare la tecnica e migliorare dal punto di vista atletico, allenamenti che d’inverno portano via tempo alla preparazione ciclistica. Per poterli conciliare in qualche modo, ho cercato in questi anni di concentrare i miei obiettivi ciclistici nella seconda parte di stagione di modo da poter arrivarci un po’ allenato, dato che l’inverno era prevalentemente dedicato alla neve. Da due anni a questa parte sto seguendo il circuito di gare sciistiche come direttore gara e non come atleta, cosa che mi ha permesso di dedicare molto più tempo alla bicicletta anche di inverno.
Purtroppo l’esperienza sciistica ti ha riservato un brutto infortunio qualche tempo fa: tuttavia hai saputo risollevarti. Come hai vissuto le problematiche del recupero fisico? La bicicletta ti ha aiutato?
Esattamente due anni fa, in un allenamento di gigante al Monte Pora, mi sono rotto tibia e perone della gamba destra. Ho dovuto affrontare una sfida tutta nuova che non mi era mai capitata prima, da un intervento di ricostruzione durato più di 3 ore per installare 15 viti e una piastra che, in questo mese, andrò a rimuovere sottoponendomi ad un secondo intervento, alla successiva riabilitazione durata più di 3 mesi. La bicicletta mi ha aiutato tantissimo per il recupero funzionale dell’arto: ricordo che non appena il chirurgo mi ha dato l’ok ad appoggiare la gamba dopo due mesi, il giorno dopo ero sui rulli a pedalare. Non camminavo ma pedalavo e grazie alla mia forza di volontà il recupero è stato più veloce del previsto tanto che nel finale di stagione ero riuscito anche a partecipare alle ultime gran fondo anche con delle discrete prestazioni.
Quale ritieni sia stato il ruolo del Team De Rosa Santini nella tua esperienza sportiva? E nella tua fase di riabilitazione post-infortunio?
Far parte di questo gruppo è sempre stato motivo di orgoglio, soprattutto per gli ottimi risultati ottenuti in campo femminile a cui ho potuto assistere collaborando in maniera diretta supportando, in passato, alcune compagne di squadra (diciamo quando la forma mi permetteva di poter stare al loro passo): quando arrivi con tua compagna di squadra al traguardo e consegue una vittoria o sale sul podio, ti senti parte di quel risultato e proprio questo spirito di squadra è molto bello. Poi c’è il gruppo del team della zona a nord di Milano con cui si organizzano le classiche pedalate domenicali, cene, trasferte per le gran fondo e altri momenti di aggregazione molto simpatici. Pedalare con loro è sempre molto divertente e stimolante, stimoli che mi hanno permesso di ritornare a pedalare dopo il mio infortunio.
Quali sono, ad oggi, le tue aspettative per la tua vita sportiva? Ti piace prefissarti degli obiettivi e prepararli nel tempo o vivere la bicicletta più “alla giornata”?
Le mie aspettative sono sempre e solo quelle di divertirmi, continuando a pedalare e a sciare. Sci e ciclismo sono la mia vita e non riuscirei a farne a meno. Mi piace pormi degli obiettivi e cerco di arrivare agli appuntamenti nel miglior modo possibile, compatibilmente ovviamente con gli impegni lavorativi. Mi alleno pertanto quasi tutti i giorni con costanza, ma solo da quest’anno ho cercato di organizzare in modo sistematico la mia attività ciclistica.
Come gestisci la tua stagione sportiva?
Come dicevo prima, fino all’anno scorso seguivo un po’ le mie sensazioni e mi allenavo senza seguire un protocollo o tabelle ben precise. Da quest’anno ho deciso di ottimizzare il poco tempo che ho per allenarmi e vedere quale può essere il mio margine di miglioramento, partendo da obiettivi ben precisi posti sempre da metà stagione in poi per lasciare sempre un po’ di spazio alla stagione sciistica nei mesi invernali.
Quanta attenzione rivolgi ai materiali che utilizzi nello sport e quanto li ritieni fondamentali, in ogni disciplina, per la sicurezza e la performance?
Nello sci i materiali sono importantissimi: vanno “preparati” non solo ad ogni gara ma anche ad ogni allenamento. Oltre ai materiali si usano anche molte protezioni per la sicurezza (casco, parabraccia, airbag ecc.), in quanto la probabilità di cadere anche a forti velocità è molto più alta che nel ciclismo e gli infortuni sono molto più frequenti. Sulla bicicletta faccio più attenzione all’utilizzo delle ruote, lasciando per l’allenamento ruote più tradizionali in alluminio e per le gare quelle più performanti (carbonio ad alto profilo).
Ti piace condividere con i tuoi compagni di squadra uscite, allenamenti e trasferte per le gare?
Tantissimo: come anticipato le uscite domenicali le faccio con il gruppo del team che abita nelle zone a nord di Milano. Con loro si cerca di ottimizzare anche le trasferte per le gare o per le uscite fuori regione. In passato, con alcuni compagni abbiamo condiviso delle bellissime settimane estive sulle Dolomiti che mi piacerebbe molto ripetere.
Qual è l’esperienza ciclistica legata al Team De Rosa Santini che, in questi anni, ti ha lasciato un ricordo indelebile?
Nel 2015 abbiamo organizzato una settimana ad agosto al Passo Pordoi con alcuni compagni di squadra ed è stato davvero bello. E nel 2017 poco prima del mio infortunio avevo fatto una settimana a Gran Canaria, con un compagno di squadra, altro bellissimo momento che mi porterò sempre dietro nell’album dei ricordi
Grazie Alessandro, ci vedremo presto in sella!
Il protagonista del mese: Alessandro Ratti
Ingegnere milanese di 35 anni, fedelissimo della squadra, divide la sua passione sportiva tra sci alpino e ciclismo. La bicicletta lo ha aiutato a superare un brutto infortunio sulla neve, ama condividere con i propri compagni di squadra allenamenti, pedalate e gare.