24 aprile 2019, Milano – I mesi di marzo e aprile sono storicamente il periodo delle gare “monumento” del ciclismo internazionale. Si inizia proprio con la “Classicissima di Primavera”, la Milano-Sanremo, la prova World Tour più lunga del calendario professionistico con i suoi quasi 300 km, per proseguire con la campagna del nord, sulle arcigne rampe dei muri del Giro delle Fiandre, il pavè della Parigi Roubaix e l’avvincente finale dell’Amstel Gold Race, fino alla durissima Liegi-Bastogne-Liegi. Il Team De Rosa Santini, a suo modo, ha messo un piede, anzi una ruota, nel mondo magico delle classiche grazie all’audacia di alcuni suoi esponenti, desiderosi di misurarsi sui tracciati che hanno visto poi i professionisti dare spettacolo.
Il 23 marzo, alle 4.45 del mattino, sono partiti da via Chiesa Rossa a Milano Fabio Fontanella, Libero Gazzotti, Giovanni Merli, Alessandro Ratti, Paolo Vecchiotti, Matteo Viti e Tiziano Zanovello insieme agli amici Davide e Michele. Il gruppo si è cimentato sul medesimo percorso della Milano-Sanremo che da lì a qualche ora avrebbero calcato i professionisti.
La rappresentanza della formazione milanese ha percorso i 291 km della “Classicissima” raggiungendo il traguardo di via Roma a Sanremo con un’ora di anticipo rispetto alla gara ufficiale.
Una grande soddisfazione per tutti i partecipanti, che è stata resa possibile anche grazie ad una meticolosa preparazione ed organizzazione che ha visto l’utilizzo di due mezzi al seguito per garantire la sicurezza sulla strada, il cambio ruote, l’alimentazione e l’abbigliamento adeguati.
La pedalata si è svolta tra gli apprezzamenti e gli incitamenti del pubblico, che era già presente lungo il percorso in attesa del passaggio della gara dei professionisti. Cuore, grinta e passione hanno fatto pedalare il gruppo di nove amici attraverso la pianura Padana, il Turchino e quindi la riviera Ligure, sfidando le temperature quasi invernali ed il buio del mattino, il sole e il vento della costa ligure, per vivere un’esperienza unica nel suo genere e che tutti ricorderanno come una giornata veramente speciale.
Racconta Fabio: «Ci siamo allenati sulle lunghe distanze ed abbiamo studiato orari, tabelle di marcia, logistica, per consentirci di godere la pedalata con i pro alle nostre spalle e vederli poi arrivare in via Roma. I vari Capi della Riviera, la Cipressa, il Poggio, sono tra le ambizioni di ogni ciclista e percorrerli con le strade allestite per la “Sanremo” è stato veramente emozionante e ti fa sentire un po’ campione! E cosa dire di quando arrivi tra le transenne di via Roma tra due ali di folla? Impareggiabile!»
L’entusiasmo dei partecipanti è confermato anche dalle impressioni di Giovanni: «C’era una grande aspettativa, e qualche piccolo dubbio da parte di alcuni sulla riuscita, perché non tutti avevano mai affrontato un chilometraggio del genere. E devo dire che le prime due ore al buio, ad una temperatura inaspettatamente molto rigida, hanno messo a dura prova la forza di volontà di tutti. Però i chilometri sono passati velocemente e, alla fine, arrivare prima dei professionisti, è stata una grande soddisfazione. Appena arrivati ci siamo goduti un piccolo momento di relax e di festeggiamento, con brindisi e focaccia. E’ stata una giornata che difficilmente ci dimenticheremo.»
Paolo invece confessa: «Ero forse il più scettico sulla riuscita della cosa, ma la determinazione dei miei compagni mi ha convinto nell’affrontarla. È stata una giornata fantastica. Esperienze di questo tipo ti lasciano ricordi che ti porti dietro per sempre e sono la definizione perfetta del significato della parola “team”.»
Anche Alessandro sottolinea come i dubbi iniziali siano stati superati grazie allo spirito di gruppo: «E’ vero, all’inizio regnava un po’ di scetticismo tra di noi, un po’ perché la distanza e le ore di pedalata da affrontare non sarebbero state poche, un po’ perché non si sapeva se e quanto avremmo pedalato durante l’inverno per preparare una simile avventura. Ma con cuore, grinta e passione, tre parole che contraddistinguono la nostra associazione e che abbiamo messo in campo, spingendo sui pedali delle nostre De Rosa, abbiamo realizzato un’impresa, il cui ricordo e l’emozione credo ci porteremo per sempre dentro.»
«Folle ed affascinante! – così si esprime Tiziano sull’evento – Mi è piaciuto lo spirito di gruppo, eravamo tutti consapevoli dei chilometri da affrontare, ma motivatissimi ad arrivare a Sanremo. L’arrivo in via Roma è stato una grande soddisfazione.»
Il 6 aprile invece sono stati Francesco Porfilio e Alessandro Ratti a partecipare al Giro delle Fiandre, la manifestazione belga che ripercorre buona parte del tracciato che il giorno seguente compiranno i professionisti e che richiama ben 16.000 appassionati da tutto il mondo. La trasferta, organizzata da Francesco, ha portato i due rappresentanti del Team De Rosa Santini a misurarsi con gli storici muri in pavè della “classica del nord”.
Francesco purtroppo ha dovuto arrendersi dopo una novantina di chilometri, causa un fastidioso stato febbrile che lo ha colto la sera prima della manifestazione e che lo ha accompagnato poi per parecchi giorni seguenti. La trasferta è stata comunque un esempio della dedizione e della passione per la bicicletta di Francesco che, nonostante gli imprevisti e le difficoltà occorse nel periodo invernale, non ha esitato ad affrontare il lungo viaggio in auto verso il Belgio per partecipare ad uno dei suoi eventi preferiti, per spirito e ambientazione.
Alessandro invece è riuscito a completare il percorso più lungo tra quelli proposti, di 232 km e che prevedeva la partenza da Anversa e l’arrivo ad Oudenaarde, dopo una prima parte di 100 km pianeggiante e il seguente ricongiungimento agli altri tracciati, comprendenti i veri muri del Fiandre, ricalcando il finale del percorso dei professionisti. «È stato un evento unico – confessa Alessandro – , già dalla partenza si respirava aria di festa. La prima parte, considerata la più noiosa, è passata anche piuttosto in fretta, poi non appena ci siamo uniti agli altri percorsi la musica è cambiata: 16.000 partecipanti, nessun assillo di classifica e di tempo, ristori affollati e ben forniti, con musica ad accompagnare il tutto. Il primo impatto sul pavè per me è stato quasi devastante: sapevo che il pavè fiammingo fosse probante ma non credevo così tanto da farmi male alle mani nel tenere il manubrio. Una volta presa l’abitudine ad affrontare questi settori sono arrivati anche i muri, uno dopo l’altro. Era veramente tanta la folla sugli ultimi muri, il Koppenberg, l’Oude Kwaremont e il Paterberg, con moltissimi tifosi già appostati per il giorno dopo. Scollinare il Paterberg, l’ultimo muro della giornata, è stato un brivido, sapevo di aver centrato il mio obiettivo di concludere una classica monumento. Pur non essendoci classifica, ognuno dei 16.000 partecipanti è un vincitore, quando taglia il traguardo di Oudenaarde.»