21 novembre 2017, Milano – E’ stata una delle punte di diamante del Team De Rosa Santini nelle ultime tre stagioni, Erica Magnaldi, guadagnandosi sul campo, a suon di vittorie, il grado di capitana della squadra, insieme alla veterana Olga Cappiello, ex-professionista e ormai da anni attiva nel settore delle granfondo.
Il palmarès della Magnaldi, nel triennio dal 2015 al 2017, si è arricchito dei più importanti allori nelle manifestazioni di fondo. E’ partita dalle mediofondo la venticinquenne cuneese e ha raggiunto l’apice della propria carriera in ambito amatoriale con il trionfo alla trentunesima edizione della Maratona dles Dolomites. Due le sue affermazioni sul percorso medio della Nove Colli e altrettanti i successi sul durissimo tracciato lungo de la “Fausto Coppi”. La Magnaldi detiene altresì il record di percorrenza sul percorso medio della Nove Colli, sul lungo e sul medio della Fausto Coppi, nonché sul percorso medio della Maratona dles Dolomites.
Le cifre, a riscontro oggettivo dei fatti, parlano da sole: in poco meno di tre stagioni la Magnaldi ha disputato, con i colori della compagine milanese, 53 prove di fondo, vincendone ben 46 e ottenendo la piazza d’onore in 6 occasioni. Ai successi ottenuti nel settore fondistico si sono sommati i 15 conseguiti nelle altre 17 prove disputate, quali cicloscalate, gare a circuito e corse a tappe, che segnano un ruolino di marcia impressionante: su un totale di 70 competizioni disputate in tre anni le vittorie sono 61, con una percentuale di successo che sfiora il 90%.
Incoraggiata dalla maturazione sportiva avvenuta nel corso delle ultime stagioni, nel settembre 2017 la Magnaldi ha deciso di cogliere l’opportunità di affrontare il salto nel mondo del ciclismo élite, partecipando al Tour Cycliste Féminin International de l’Ardèche come stagista nel Team BePink Cogeas ed entradovi poi a far parte ufficialmente nel finale di stagione, quando ha saputo distinguersi con un buon decimo posto in occasione del Giro dell’Emilia, con l’arrivo in salita sulle dure rampe verso San Luca che ha messo in evidenza le sue doti di scalatrice.
Il passaggio alla categoria élite è stato possibile grazie anche al solerte e competente intervento della struttura della Federazione Ciclistica Italiana, con l’adoperarsi tempestivo dei comitati provinciali e dell’ufficio di tesseramento che hanno reso possibile il trasferimento in tempi brevi. Ed è stato poi lo stesso Comitato Provinciale FCI di Milano a voler premiare la Magnaldi, domenica 19 novembre scorso, con il premio “Madonnina” per i meriti sportivi conseguiti e per l’importante momento nella sua carriera ciclistica.
Al di là dei resoconti e delle statistiche, sono però le parole di Erica Magnaldi, riportate nell’intervista seguente, che riassumono il suo trascorso agonistico e raccontano il suo modo di vivere la bicicletta e il ciclismo.
A che età hai iniziato a praticare sport a livello agonistico? Di quale sport si trattava?
Ho iniziato a gareggiare all’età di sei anni nello sci di fondo, la disciplina che per prima ha fatto nascere in me la passione per lo sport.
Quando hai iniziato a pedalare su una bici da corsa e perché?
La bici da corsa era soltanto un saltuario mezzo di allenamento estivo per prepararmi alla stagione agonistica invernale. Questo fino all’età di 19 anni, quando, terminate le categorie giovanili, ho abbandonato l’ambizione di una possibile carriera professionistica nello sci. Influenzata da mio padre e mio fratello, che da tempo gareggiavano in bici, mi sono avvicinata anche io al mondo del ciclismo amatoriale, mentre iniziavo a frequentare l’università.
In questi anni come hai vissuto la tua esperienza sportiva nel mondo delle granfondo e del ciclismo amatoriale?
Le gare in bici sono iniziate come un gioco per me, spinta dal bisogno di sport e di sano agonismo che mi hanno accompagnata fin da piccola. Sono partita senza aspettative, iniziando da qualche cicloscalata, poi sono passata alle mediofondo e gradualmente ho cominciato ad allenarmi di più, a vedere miglioramenti e a raccogliere risultati. L’esperienza amatoriale mi ha insegnato che con impegno e determinazione si può arrivare a mete insperate e mi ha fatto scoprire una vera passione per le sfide che pone il ciclismo. Quando ho iniziato pensavo che non sarei mai nemmeno riuscita a finirla una granfondo, figuriamoci vincerla!
Quando sei entrata a far parte del Team De Rosa Santini?
Sono entrata nel Team De Rosa Santini nel 2015, dopo due anni che gareggiavo nelle mediofondo.
Cosa è cambiato nella tua esperienza ciclistica, facendo parte di questa squadra?
In questa squadra ho trovato prima di tutto un gruppo di belle persone, affiatate e leali dal punto di vista sportivo. Mi sono subito sentita parte del team e mi è stato offerto un fondamentale supporto sia per i materiali tecnici che sotto il profilo umano. E’ anche grazie a questa squadra che ho potuto prendere parte ad alcune delle più importanti manifestazioni granfondistiche e concluderle con successo.
Quando e perché hai valutato la possibilità del passaggio alla categoria élite?
Già durante il mio secondo anno di granfondo avevo ricevuto delle offerte da parte di squadre élite e molti in ambito amatoriale mi dicevano che avrei fatto bene a provare. Tuttavia a causa dei notevoli impegni universitari non mi ero sentita di accettare. Nel tempo però la curiosità verso quel mondo e la paura di avere un giorno il rimpianto di non aver mai nemmeno tentato si sono fatti più forti. Ho pensato che l’ultimo anno di università, superati ormai la maggior parte degli esami, potesse essere l’occasione per provare.
Cosa è cambiato per te, da un punto di vista sportivo, nelle prime gare che hai affrontato nell’ambiente élite?
Il passaggio alla categoria élite è avvenuto in realtà prima di quanto avessi programmato: già alla fine della stagione 2017 la BePink Cogeas mi ha dato la possibilità di prendere parte ad una corsa a tappe in Francia e poi a due gare a Bologna. Di colpo sono stata catapultata in una realtà nuova, per la prima volta attorno a me in partenza c’erano solo altre ragazze. La tattica, la tipologia di gara, il modo di stare in gruppo e di collaborare con le compagne di squadra, l’avere un’ammiraglia e delle disposizioni da seguire, tutto era diverso. Ero spaventata ed eccitata insieme. Per la prima volta ho fatto delle volate per vincere traguardi intermedi, soprattutto in salita, ho risposto a degli scatti, sono andata in fuga, sono caduta e ho aspettato il cambio bici, ho conosciuto il ciclismo che fino ad allora avevo solo visto alla televisione o di cui avevo sempre solo sentito parlare i cicloamatori uomini.
Come vedi il tuo futuro più immediato come atleta élite?
La prossima stagione sarò con la BePink Cogeas, so di avere molto da imparare e molto su cui lavorare ma ho anche una gran voglia di farlo. Sono rimasta entusiasta dell’esperienza delle prime gare e non vedo l’ora di affrontarne altre, qualsiasi siano i risultati; se ne avessi qualche soddisfazione tanto meglio, altrimenti sarò comunque contenta di averci provato.
Oltre all’attività sportiva, sei studentessa presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia all’Università di Torino. Come sei riuscita a coniugare studio e sport in questi anni? Cambierà qualcosa con il tuo passaggio nella categoria élite?
Come dicevo l’università è sempre stata un grande impegno per me e anche in quell’ambito ho cercato di dare il massimo. La medicina è l’altra mia grande passione ed essere un medico sarà comunque il mio futuro. Non ho mai pensato che lo studio e lo sport fossero due attività in contrasto, anzi, organizzandosi bene, penso siano l’uno propedeutico all’altro. Certo non posso dire di non aver dovuto fare sacrifici e che sia stato facile rimanere in pari con gli esami, allenandomi e gareggiando, ma la bici è stata spesso un’ottima valvola di sfogo a cui non avrei potuto rinunciare. Spero di riuscire nel 2018, nonostante il passaggio nella categoria élite, a superare gli esami del sesto ed ultimo anno e conseguire la laurea, avvantaggiandomi del fatto di non avere più obbligo di frequenza a lezione da dicembre 2017 in poi. Per questo motivo ho pensato che questo fosse l’anno giusto per provare, non è stata una decisione semplice e non sarà una passeggiata ma per ora cerco di affrontare un problema alla volta e vedrò se riuscirò nell’intento o se avrò bisogno di un po’ più di tempo.
Consiglieresti la pratica del ciclismo a ragazzi giovani come te, soprattutto alle ragazze? Perché?
Ovviamente si, la bici permette di raggiungere posti stupendi con le proprie forze, fa bene alla salute e all’ambiente, la consiglierei a tutti, giovani e meno giovani, agonisti e non. Il ciclismo femminile per fortuna sta crescendo e mi auguro che continui a farlo per arrivare un giorno ad essere al pari di quello maschile. Quindi spero saremo sempre di più, noi ragazze, a praticarlo.
C’è una manifestazione in ambito amatoriale che ti è rimasta nel cuore, per l’emozione che ti ha dato?
La manifestazione che più mi ha emozionato è stata sicuramente la Maratona dles Dolomites, vincere una gara di quel calibro e durezza, nello scenario unico al mondo delle Dolomiti, contro le granfondiste più forti, mi ha dato una gioia che non potrò dimenticare.
Che ricordo hai del tuo trascorso nel Team De Rosa Santini? Qual è stato il momento più bello per te, con i colori di questa squadra?
Il mio ricordo del Team De Rosa Santini sarà quello di un gruppo di amici con una passione comune. Un bel momento che ho vissuto con i colori nero-arancio-blu è stata la cronometro a squadre della Versilia che abbiamo corso in sette ragazze, nel mio primo anno nel team. In quell’occasione abbiamo mancato la vittoria per un soffio, ma abbiamo conquistato la fiducia e la stima l’una nell’altra e per una volta abbiamo fatto veramente gioco di squadra, accompagnate e incitate dai nostri instancabili presidente e vicepresidente Andrea Capelli e Gianandrea Azario.
Vorresti esprimere un pensiero o un saluto ai tuoi “vecchi” compagni di squadra o allo staff del Team De Rosa Santini?
Il mio saluto è più un arrivederci a presto. Rimangono nel team mio fratello e mio padre quindi ci saranno sicuramente occasioni per venire a vedere qualche manifestazione o partecipare, se invitata, fuori gara, in rispetto delle norme amatoriali, e pedalare ancora con i miei vecchi compagni. Ci tengo a ringraziare tutti per l’affetto dimostratomi in questi anni, per il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare e per il grande tifo con cui mi hanno accompagnata anche nel mio esordio tra le élite. Un “grazie” in particolare va al presidente della squadra, Andrea Capelli che, in prima persona, si è adoperato perché il mio passaggio di categoria avvenisse in tempo per partecipare alle ultime gare di stagione e che si è sempre messo a completa disposizione per ogni esigenza.
Andrea Capelli, presidente del Team De Rosa Santini, saluta così la Magnaldi: «Erica ha sempre interpretato l’attività sportiva in piena sintonia con la filosofia etica della nostra squadra, con grande umiltà, dedizione, lasciando che fossero i fatti a parlare per lei. Sono felice che in questi anni abbia acquisito sempre più la consapevolezza dei propri mezzi e che abbia sempre avuto un grande entusiasmo per le nuove sfide, cosa che l’ha portata ad approdare al massimo livello agonistico in ambito ciclistico. Non posso che auspicare che il suo prosieguo sportivo continui sulla stessa linea, regalandole le migliori soddisfazioni. Che tu possa gioire ancora molte volte in sella alla tua bici Erica!»
Anche Gianandrea Azario, vice presidente del sodalizio milanese, saluta così il passaggio della Magnaldi alla massima categoria: «E’ stato bello avere in squadra in questi tre anni Erica, una ragazza di cui ho apprezzato la straordinaria capacità di impegnarsi fino in fondo per ottenere un obiettivo, sia nello sport che soprattutto nella vita, il tutto sempre con un sorriso. Non è da tutti finire una granfondo e mettersi subito a studiare. Sono sicuro che questa determinazione, unita alle notevoli doti che ha saputo dimostrare già tra gli amatori, le porteranno grandi soddisfazioni anche nelle gare che affronterà nella prossima stagione agonistica. Ciao Erica, fatti valere!»
Olga Cappiello, élite dal 1989 fino al 1997, stagioni durante le quali si è aggiudicata alcuni successi e ha partecipato a otto Giri d’Italia e a due Tour de France, incoraggia la sua, ormai “ex”, compagna di squadra: «Erica ha tutta la mia stima, per la strada coraggiosa che ha intrapreso. Ancora oggi, purtroppo, il ciclismo femminile professionistico non è cambiato molto dai miei tempi, né per l’interesse dei mass media, né per l’aspetto economico, cose che non aiutano di certo le giovani promesse ad afrrontare questo salto. Erica è davvero molto dotata oltre che fisicamente anche per la sua determinazione mentale, e sono sicura che potrà ritagliarsi i propri spazi anche in questa nuova avventura. Le auguro, con tutto il cuore, un cammino tra le donne élite altrettanto ricco di soddisfazioni come è stato nel settore granfondistico. In bocca al lupo cara Erica!»
Foto copertina: Erica Magnaldi insignita del premio “Madonnina” dal Comitato Provinciale di Milano FCI, in presenza di Fabio Perego, Valter Cozzaglio, Walter Zini, Andrea Capelli e Gianantonio Crisafulli
Foto 1: Erica Magnaldi in azione sul Mur dl Giat alla 31a Maratona dles Dolomites (Sportograf)
Foto 2: Erica Magnaldi in azione alla 47a Nove Colli (Sportograf)
Foto 3: Erica Magnaldi negli ultimi chilometri della Granfondo Stelvio Santini
Foto 4: Erica Magnaldi con Olga Cappiello (Andrea Capelli)
Foto 5: Erica Magnaldi con Andrea Capelli sul traguardo della GF Noberasco (PlayFull)
Foto 6: Erica Magnaldi con Gianandrea Azario sul traguardo della GF Tre Valli Varesine (PlayFull)