22 novembre 2016, Milano – Il motto è questo: “né forte né piano, ma lontano”. Quello delle randonnée è un ciclismo diverso dalle granfondo o cicloturistiche, bisogna avere tanta testa e sopportare la fatica, non importa a che ora arrivi, ma bisogna raggiungere la meta.
Sabrina De Marchi, granfondista del Team De Rosa Santini di esperienza pluriennale, da ormai più stagioni si cimenta anche nelle esperienze di grandi percorrenza: «avendo già affrontato le altre due prove del trittico – spiega Sabrina – ovvero la LEL in Inghilterra nel 2012 e l’anno scorso la Parigi-Brest-Parigi, mi mancava la più lunga, la più dura, la 1001 Miglia con i suoi 1600 km.»
L’avventura di Sabrina prende vita con una consapevolezza nitida già in fase di registrazione all’evento: «Mi sono iscritta praticamente da sola, volendo affrontare il percorso senza partire con amici o conoscenti, perché la mia intenzione era godermi il mio viaggio proprio come una “randagia”, seguire le mio istinto, fermarmi quando ero stanca o quando avevo necessità di mangiare.»
Ciò che caratterizza l’esperienza di Sabrina è proprio la volontà di affrontare un viaggio in bicicletta, in sella alla sua De Rosa King XS: «mi ha sempre affascinato l’idea del viaggio in bicicletta coi bagagli, all’avventura, che ti permetta di alzare gli occhi dall’asfalto e guardarti intorno, scoprire nuovi luoghi, nuovi paesaggi. Lungo il percorso incontri anche persone piacevoli, italiane e non, ma comunque ognuno segue il proprio passo.”
La 1001 Miglia parte da Nerviano, in provincia di Milano, il 16 agosto 2016. Sono oltre 1600 i chilometri da affrontare, in un viaggio verso l’Italia centrale lambendo la costa adriatica, attaversando la dorsale appenninica per fare poi rientro verso nord toccando il Mar Ligure. Il via viene dato a gruppi di 30 persone per non creare problemi al traffico, nei primi 400 km si attraversa la Pianura Padana, e già dopo 15 ore Sabrina completa un quarto di percorso.
Dopo Lugo di Romagna (Ra) iniziano però le difficoltà altimetriche, con le salite dell’Appennino Tosco-Romagnolo e i “mangia&bevi” delle zone collinari. Dopo il transito da Vallombrosa la Todi-Bolsena «la tappa per me più sofferta – confessa Sabrina – per le dure salite, sotto un caldo torrido.» I magnifici paesaggi però ripagano la fatica, e Sabrina raggiunge Orvieto, Pitigliano e poi san Quirico d’Orcia.
«Ho quasi preferito viaggiare di notte per le temperature più miti: soprattutto tra Toscana e Umbria il caldo si è fatto sentire. Le ore di sonno sono state molto poche, perché non c’erano dei veri dormitori e mi sono fermata a riposare un paio d’ore di notte nei vari punti di controllo, a terra sul pavimento. Abituata alle esperienze passate all’estero dove i servizi erano davvero confortevoli, con brandine e coperte, non son stata forse sufficientemente attrezzata in questo viaggio e devo dire che, in alcune occasioni, di notte, mentre riposavo, ho sofferto davvero il freddo.»
Al giro di boa, a Bolsena (Vt), Sabrina incontra un compagno di viaggio, Claudio, con cui condividerà il rientro fino a Nerviano. Una presenza significativa, come conferma Sabrina: «con la stanchezza, le poche ore di sonno, hai necessità di avere un qualcuno a fianco con cui chiacchierare e parlare di un po di tutto, perché in questo modo pensi meno ai dolori muscolari, che si fanno inevitabilmente sentire col passare dei chilometri. Di notte poi è anche pericoloso viaggiare da soli, mentre in due si illumina meglio la strada e ci si fa compagnia. La cosa importante è trovare una persona con cui sentirsi a proprio agio e che vada al tuo ritmo.»
La strada scorre sotto le ruote, scorrono i panorami e nella memoria restano fotografati i momenti più significativi: «il ricordo più bello è sicuramente la dura nottata con arrivo alle 2.00 di notte a Deiva Marina (Sp): dopo tanta salita ho trovato il punto di ristoro chiuso! Era un ristorante dove pensavo di rifocillarmi e riposare. Ero stremata, battevo i denti dal freddo, e come una “profuga” mi sono sdraiata con altri randonneur per terra sul terrazzo del ristorante e ci siamo coperti con le tovaglie dei tavoli, tutti vicini per scaldarci un pochino.»
Mancano però solo poche ore per arrivare al traguardo di Nerviano, Sabrina e Claudio si fanno forza e alle 4.00 ripartono per Sestri Levante (Ge) dove ad attenderli c’è una profumata e golosa focaccia ligure. Raggiungono quindi Casella Ligure, Castellania, il paese natale di Fausto Coppi, e affrontano l’ultima tappa pianeggiante che li riporta in provincia di Milano. «L’ultima parte è stata critica, perché la stanchezza diventava ormai ingestibile, ma bisognava stringere i denti!»
Nerviano, località milanese collocata a nord-ovest del capoluogo, si carica di emozione: «l’immagine del mio arrivo rimarrà per sempre impressa nella mia mente, c’erano i miei famigliari più stretti, commossi, che mi hanno applaudito. Ero così felice di essere arrivata, il mio fisico non reggeva più, e allora in queste situazioni un po’ piangi e un po’ ridi. Ti senti come ubriaca, stanca, ma hai gli occhi che brillano, perchè questo viaggio te lo porterai nel cuore per sempre.»
Sabrina conclude la sua 1001 Miglia in 3 giorni, 20 ore e 47 minuti, prima tra le donne partecipanti all’evento: «tra le tre randonnée che ho affrontato questa è stata sicuramente quella con l’organizzazione più spartana, con meno servizi, ma per me resta senza ombra di dubbio quella più emozionante, proprio perché eravamo un po’ abbandonati al nostro destino, la sfida per arrivare al traguardo è stata davvero dura. Ci ho messo il minor tempo possibile e, dico la verità, anche se non era una gara, ci tenevo a essere la prima donna al traguardo e ho fatto il possibile per raggiungere questo obiettivo.»
Alla soddisfazione per il compimento dell’impresa, nei giorni successivi si associa la piacevolezza del ricordo ancora limpido di quanto appena vissuto: «nei giorni seguenti ti riposi e riacquisti pian piano le energie, ma ripensi sempre al tuo viaggio, al silenzio della notte con la luna che ti accompagna, e non vedi l’ora della prossima avventura.»
Più di mille miglia percorse con cuore, grinta e una grande passione. Brava Sabrina!